Si può prevedere il cyberbullismo?

Si, si può provare a prevedere il cyberbullismo.

Da qualche anno, Barlett e Gentile hanno sviluppato un approccio moderno (2012) che può aiutare per prevedere il cyberbullismo.

Attraverso il loro modello (identificato con la sigla BGCM), gli Autori evidenziano che il cyberbullismo è appreso precocemente attraverso ripetuti tentativi che offrono un insegnamento a chi lo compie. Pertanto, è importante fare attenzione ai processi coinvolti nell’apprendimento e nella perpetrazione delle prepotenze online.

In questo articolo proviamo a vedere brevemente di cosa si tratta.

Come si sviluppano le condotte di cyberbullismo?

Cyberbullismo e bullismo hanno caratteristiche diverse, come anche ricordato dal Ministero dell’Istruzione.

Secondo le ricerche condotte dagli autori, l’aspetto centrale nel processo di apprendimento del cyberbullismo poggia su due elementi:

  1. la percezione di anonimato. Solitamente non c’è nessuna persona autorevole che osserva direttamente ciò che fa il/la cyberbullo/a. Per questo, a distanza di tempo, è difficile analizzare la situazione, considerando anche che la vittima non ha lividi o lesioni visibili che potrebbero essere ricondotte all’aggressore. Diversamente dal bullismo, quindi, è più probabile che il fenomeno resti invisibile agli occhi delle persone adulte.
  2. sentire che la propria muscolosità è irrilevante online. Online si può prevaricare e sentirsi potenti, indipendentemente dalle proprie caratteristiche. Anche chi è fisicamente ed emotivamente fragile nei rapporti faccia a faccia, infatti, online può trovare strategie e risorse per prevaricare le altre persone.

Questi due elementi possono aiutare a capire come si consolida l’atteggiamento prevaricante online e a prevedere il cyberbullismo.

Come si consolida l’atteggiamento da cyberbullo/a?

Inizialmente, i due elementi evidenziati dagli autori non sono chiari a chi prevarica online altre persone.

Si tratta più che altro di scoperte che nascono a seguito dei primi tentativi, anche occasionali.

Considerando quanto detto finora, ogni atto di cyberbullismo che va a segno tende a far aumentare la percezione di esser protetti dall’anonimato, rispetto a possibili osservatori autorevoli. Contemporaneamente, le persone si percepiscono potenti.

Questo meccanismo aumenta il piacere per i propri successi. Inoltre, sostiene la maturazione di un atteggiamento sempre più positivo nei confronti del cyberbullismo, fino alla maturazione di un atteggiamento consolidato e stabile.

L’acquisizione di questo atteggiamento favorisce le successive manifestazioni. Di conseguenza, tale atteggiamento è un potente fattore che consente di predire le future condotte aggressive legate al cyberbullismo.

Quindi, cosa aiuta a prevedere il cyberbullismo?

In maniera precoce, considerando quanto detto, si può provare a predire lo sviluppo di condotte da cyberbullo/a valutando quanto le persone si sentono anonime e forti rispetto a ciò che fanno in rete.

Nelle condotte ripetute, invece, se si presta attenzione all’atteggiamento positivo nei confronti del cyberbullismo si dispone di un potente predittore della messa in atto di aggressioni legate al cyberbullismo.

 

BIBLIOGRAFIA

BARLETT, C. P., & GENTILE, D. A. (2012). Attaching others online: The formation of cyberbullying in late adolescence. Psychology of Popular Media Culture, 1, 123–135.

BARLETT, C. P., & KOWALEWSKI, D. A. (2019). Learning to cyberbully: An extension of the Barlett Gentile cyberbullying model. Psychology of Popular Media Culture, 8(4), 437–443.

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